Con la bellissima serata di ieri sera 31 ottobre organizzata dall’associazione ANTEAS e con il concerto de “i damon” si è conclusa la tre giorni di eventi legata alla sagra della munnaredda. Ho pensato molto a come ricambiare i tanti attestati di stima che mi sono arrivati ma dopo tanti anni non riuscivo a trovare il modo migliore di farlo. Forse la maniera giusta è quella di raccontarvi degli occhi, dei vostri occhi, a partire da quelli spensierati dei visitatori che arrivano (o tornano) a Tramutola a quelli pieni di stupore di chi non si aspettava un flusso di gente tale da sconvolgere ancora una volta la nostra tranquilla vita quotidiana. Voglio raccontarvi, però, soprattutto dello sguardo dei “miei” volontari:
- quelli incoscienti di trascura la famiglia e il lavoro per dedicarsi all’organizzazione della manifestazione;
- quelli carichi di emozioni di chi mi ha detto: presidé quest’anno dobbiamo fare grandi cose;
- quelli pieni di determinazioni di chi si butta a capofitto nell’organizzazione;
- quelli calmi di chi è stato con me sempre in prima linea con la consapevolezza di ciò che stavamo per fare;
- quelli, forse, con qualche segno di sconforto, di chi ha lavorato più nelle retrovie sentendosi meno importante ma che invece è stato fondamentale e che al primo grazie si è commosso come se avesse ricevuto il più bel premio della propria vita;
- quelli pieni di entusiasmo nel provare emozioni perse negli anni del covid;
- quelli intimoriti di chi si è cimentato per la prima volta in questa “pazzia” che è una delle vetrine più belle del nostro paese;
- quelli spaventati dall’ingente investimento che richiede la sagra;
- quelli pieni di senso del dovere che ha lavorato di notte perché il giorno non riusciva;
- quelli mortificati di chi ha sbagliato, come se sbagliare fosse un reato; Thomas Edison fallì circa duemila volte prima di trovare il giusto filamento che facesse funzionare la lampadina ma a lui piaceva dire che aveva trovato duemila modi per non inventare la lampadina;
- quelli invidiosi di chi in questi due giorni ha scelto di mettersi a disposizione dell’organizzazione e che si sono ritrovati ad incrociare quelli di chi, severamente, sembravano dire: chi te l’ha fatto fare?
- Quelli preoccupati nel non vedere gente e di non riuscire ad onorare gli impegni presi;
- quelli carichi di rabbia per aver ricevuto un grosso disagio a causa delle troppe auto parcheggiate;
- quelli trasgressivi di chi con la propria auto vìola un varco rischiando di investire un volontario, trasformatisi il giorno dopo in occhi sarcastici quando da classico leone da tastiera ha evidenziato che non poteva passare perché la pro loco si era dimenticata di togliere un segnale. Per me è stato troppo complicato spiegare che sarebbe potuto scendere dalla macchina, spostare la transenna e fare un favore alla comunità; Ho preferito rimediare. Comunque chiedo scusa per il “disagio” procurato;
- quelli sospettosi di chi per tutto il mese di ottobre mi ha visto recarmi presso la locale stazione dei carabinieri, probabilmente, equivocando sul vero motivo delle mie visite;
- quelli stanchi di chi quasi alla fine, dopo tanti giorni impegnati, con mal di schiena che vorrebbe tornare a casa ma non lo fa per senso del dovere;
- quelli redarguenti di chi ti vorrebbe dire (e qualche volta lo fa): sei tu che te la sei cercata;
- quelli che vorrebbero stare al nostro posto ma al nostro posto non ci sanno stare;
- quelli che si accorgono del tuo sguardo capiscono cosa stai provando/pensando e cercano di supportarti;
- Infine ci sono quegli occhi tristi di chi per troppo tempo aspetta di incrociare i tuoi, quegli occhi a cui pensi in ogni istante e che a causa dell’ennesimo impegno non li hai potuti vedere.
Ecco, questo è il mio semplice modo di ringraziarvi. Non so cosa succederà in futuro ma spero solo che per l’avvenire ci sia qualcuno che vi guardi come vi ho guardato io in questi tanti anni.